GAETANO ESPOSITO (Salerno, 1858 – Sala Consilina, Salerno, 1911), Marina presso il Palazzo Donn’Anna a Posillipo, Olio su tela, cm h. 35 × 55 Firmato in basso a destra: G. Esposito / Napoli
Questo piacevole dipinto databile alla fine del XIX secolo ad olio su tela raffigurante un paesaggio marino con barche e architetture è firmato in basso a destra da Gaetano Esposito (1858-1911), un pittore di talento, membro della Scuola di Posillipo.
La tela raffigurante una marina, rappresenta una scena costiera nella baia di Posillipo.
Nelle calme acque azzurre del Golfo di Napoli sono ritratte barchette di pescatori, mentre sul lato sinistro del dipinto si staglia il famoso Palazzo Donn’Anna e il Vesuvio sullo sfondo, in lontananza, completano questo panorama affascinante e magnifico.
Eretto nel XVII secolo in onore di Donna Anna Carafa per volontà del marito Duca Ramiro Guzmán Viceré di Napoli, questo meraviglioso castelletto nella baia di Posillipo ha messo alla prova le abilità pittoriche e le capacità tecniche di numerosi artisti, soprattutto durante tutto l’800.
Gaetano Esposito, in particolare, ossessionato dalla bellezza del palazzo e dalle leggende che vi ruotano intorno decise addirittura di stabilire il proprio studio nei sotterranei dell’edificio. Il pittore aderente alla scuola di Posillipo, così come i suoi contemporanei artisti impressionisti francesi, dipinse una serie di vedute del celebre palazzo, rappresentandolo in diverse stagioni e momenti della giornata per ottenere effetti di luci e ombre sempre differenti.
L’artista presenta questa scena con una palette di colori molto delicata ma allo stesso tempo d’ effetto e di grande impatto emotivo, riuscendo ad aggiungere grande profondità allo scenario.
Dal 1830 Posillipo, un rinomato quartiere della baia partenopea, diventa un centro culturale e fonte d’ispirazione per numerosi artisti di diversi paesi come il britannico William Turner, il francese Corot ei russi Sil’vestr Feodosievič Ščedrin e Ivan Konstantinovič Ajvazovskij. Sono stati raffigurati alcuni scorci incredibili della baia di Napoli e dei suoi affascinanti paesaggi.
A partire dagli anni Novanta Gaetano Esposito concentrò il suo interesse sulla pittura di paesaggio, ritraendo soprattutto paesaggi marini nei quali ottenne i suoi più alti risultati espressivi. Infatti, il suo particolare metodo di lavoro, caratterizzato dall’ostinato e quasi maniacale accanimento con cui i dati tratti dal vero vengono rielaborati e riproposti con infinite variazioni, trova la più compiuta espressione in una serie di vedute del golfo di Napoli, dove il pittore, ricollegandosi negli schemi compositivi alla tradizione dei posillipisti, sembra voler suggerire atmosfere liriche e irreali.
Fra tali vedute si distinguono quelle ispirate al seicentesco Palazzo Donn’ Anna a Posillipo, costruito da Cosimo Fanzago, nei cui sotterranei, prima che fosse restaurato, Esposito allestì per alcuni anni il proprio studio.
Mattia Limoncelli testimonia che il pittore “per un trentennio non fece che studiare il Palazzo Donn’Anna in tutte le varianti delle stagioni, delle luci, delle ore; dandoci un esempio di ricerca naturale, avvicinandoci alla conoscenza di quell’episodio centrale di Posillipo” (Limoncelli, 1952, p. 236).
L’antica dimora abbandonata da Anna Carafa divenne per Esposito “il motivo ossessionante della sua maturità pittorica; amante del crepuscolo e delle delicate tinte azzurrognole, dei viola e dei rosa tenui, Esposito lo contemplava attratto dal mistero di quell’antica costruzione, diruta piena di ombre e di mormorii, mentre tutt’intorno e nei sotterranei, il mare ruggiva e si sollevava, scuotendo le pareti di tufo corrose dalla salsedine” (Schettini, 1967, II, p. 386).
Fra le migliori versioni di questo soggetto va ricordata, in primo luogo, quella intitolata Il palazzo Donn’Anna a Posillipo (olio su tela, cm 81,5 × 104,5) presentata all’Esposizione Nazionale di Roma del 1893, con il titolo Lo scoglio di Frisio , ed acquistata in quella stessa occasione dalla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma (cfr. M. Ursino, in E. di Majo e M. Lanfranconi [a cura di], Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Le collezioni del XIX secolo , Milano 2006, p. 251). Una Marina di Napoli raffigurante il medesimo palazzo e in tutto identica all’opera della Galleria di Roma fu esposta e premiata alla mostra della Festa dell’Arte dei Fiori a Firenze nel 1896-1897 ed ivi acquistata dal Re (cfr. E. Montecorboli, La festa dell’arte dei fiori (Esposizione di Firenze), in «Natura ed Arte», vol. 11, 1896-1897, I, p. 887). Un altro dipinto che si distingue dai precedenti per angolazione e resa delle condizioni meteorologiche ottenne la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Sant Louis del 1904 (cfr. E. Giannelli, Artisti napoletani viventi , Napoli 1916).